Il nuovo Codice Doganale si applica a partire da oggi

europaA partire da oggi, considerato che ieri 1° maggio era ovviamente giorno festivo, le operazioni doganali sono rette da una nuovo quadro giuridico. Infatti, il vecchio codice doganale, cosiddetto codice doganale comunitario (CDC) (regolamento n. 2913 del 1992), e le sue disposizioni di applicazioni (DAC) (regolamento n. 2454 del 1993), vanno in pensione, dopo una più che ventennale onorata carriera. Al loro posto altri provvedimenti normativi entrano in scena; e il quadro giuridico si semplifica e complessifica allo stesso tempo. Se da un lato lo sforzo del legislatore di snellire  e rendere più semplici le procedure doganali può considerarsi per molti versi riuscito, dall’altro, bisogna riconoscere che laddove avevamo solo due atti normativi, il regolamento e le sue misure di applicazione, ora siamo chiamati a fare i conti con ben quattro atti normativi: il codice, gli atti delegati, gli atti esecutivi e gli atti delegati transitori, che sono sì transitori, ma che comunque ci accompagneranno fino alla fine del 2020.

Inizieremo, un po’ alla volta, a presentare il nuovo codice; e speriamo che ciò contribuisca ad aprire un discussione che aiuti tutti a meglio digerire le migliaia di pagine della nuova normativa.

Per ora, vi elenchiamo i regolamenti relativi alla nuova normativa:

e vi auguriamo Buona lettura! 🙂

Un commento su "Il nuovo Codice Doganale si applica a partire da oggi."

  1. Buongiorno,
    Pur non conoscendola di persona, ritengo che Lei è una persona speciale amante della materia, come nel mio piccolo sono stato anche io, faccio questo lavoro (doganalista ) da 57 anni con passione ed amore, anche se presenta tantissimi rischi.Oggi 78 anni continuo a farlo.
    Complimenti per Lei.
    Cordiali saluti Tommaso Cotumaccio

  2. Ringrazio il signor Cotumaccio, per le gradite parole nei miei confronti: fa bene sapere che la propria passione, di fare le cose per bene, è condivisa anche da altri. Sapere poi che esistono delle persone, che pur dopo tanti anni di professione, conservano intatta la passione per il loro lavoro, aiuta a trovare le energie e le motivazioni per cercare di continuare a fare bene, e ancora una volta con passione, il proprio.
    Per quanto riguarda il post del signor Balestrucci, a questo tipo di post normalmente, non essendo questo un sito dove si fa polemica, ma vuole misurarsi con le problematiche concrete dell’operare doganale, non li commento ma mi limito a pubblicarli (siamo un sito aperto e democratico). Ma oggi, diciamo così, punto sul vivo, faccio un’eccezione e mi permetto di osservare quanto segue: 1) i burocrati sono uomini e possono sbagliare, così come il resto dell’umanità (anche, a volte, complicando cose all’apparenza, ma spesso solo all’apparenza, semplici); 2) molte delle semplificazione introdotte nel nuovo codice, se per burocrati si intendono i funzionari doganali, sono state scritte proprio da questi vituperati burocrati, tra l’altro facendo ogni possibile sforzo di coinvolgere nella discussione gli operatori economici al fine di tener conto delle loro esigenze e, spesso, i loro suggerimenti, lo dico francamente, sono stati fondamentali per il processo di semplificazione. Sapendo di cosa parlo, mi permetto di dire, con una metafora Shakespeariana, che in Danimarca non vi è solo del marcio e che il marcio non è solo lì. Mi pare,ad esempio, che l’Agenzia delle Dogane ha fatto e sta facendo notevoli sforzi per venire incontro alle esigenze di semplificazione dell’operatività doganale, che gli scambi commerciali moderni richiedono e che giustamente gli operatori economici rivendicano.
    Se i non burocrati rispettassero le norme, il lavoro di noi burocrati sarebbe molto più semplice. E le assicuro che la stragrande maggioranza di noi non ha nessuna intenzione né di complicare né di complicarsi la vita. Gli operatori economici hanno il dovere di rispettare le regole e i funzionari di dogana (i burocrati) di farle rispettare, questo è tutto!
    Se poi il nostro lettore, confonde il concetto di regole semplici con assenza di regole, beh, allora la questione non è più di regole doganali ma di convivenza civile e questa strada, almeno io, non intento percorrerla. Non si legge continuamente, e da più parti, che la differenza tra il nostro paese e gli altri consiste proprio nel non rispetto delle più elementari regole della convivenza civile? Scusate lo sfogo, e buon fine settimana a tutti, burocrati e non!

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