Telai di biciclette e antidumping

Un nostro lettore ha scritto quanto segue: “Salve, Le chiedevo informazioni riguardanti i costi di sdoganamento da me pagati per due colli contenenti 4 telai di bici, comprati da un negozio di Los Angeles, quindi provenienti dagli USA. Su una fattura totale di 735€ mi sono stati richiesti 668€ per lo sdoganamento. Permetto che ho acquistato altre volte dallo stesso negozio e dallo stesso venditore e mai ho avuto questi problemi. Ho provato più volte a contattare la dogana di Lonate telefonicamente e non hanno mai risposto, mi hanno liquidato tramite mail dicendomi che il conteggio era giusto e comprensivo di dazio anti-dumping. Avrei piacere a ricevere delucidazioni a riguardo da gente esperta e soprattutto professionale. Saluti”.

Le informazioni fornite dal nostro lettore non sono sufficienti a chiarire la questione. Ad ogni modo, il riferimento ai telai per bicicletta e al dazio anti-dumping che sarebbe stato liquidato,  ci consente di fare l’ipotesi che la merce di cui trattasi sia da classificare alla voce  87149110 – 31, “Telai  in fibre di carbonio e resina artificiale destinati alla fabbricazione di biciclette”, e che sia di origine cinese. Se tale l’ipotesi è corretta, sulla merce grava un dazio ordinario pari al 4.7% e un dazio anti-dumping pari al 48.5%, che unitamente a un’aliquota IVA pari al 22% genera un importo da pagare non dissimile da quanto richiesto al nostro lettore. Ovviamente se le ipotesi fatte non fossero corrette, le cose potrebbero cambiare. Ulteriori elementi sulla qualità delle merci (non tutti i telai sono dello stesso materiale) e sulla loro origine potrebbero portare a conclusioni completamente diverse.

Si tenga altresì presente che il concetto d’origine doganale non va confuso con quello di provenienza:  una merce proveniente dagli Stati Uniti può benissimo essere d’origine cinese. L’origine di una merce può essere assimilata al concetto di nazionalità di una persona: un cittadino italiano che provenga dagli Stati Uniti, rimane pur sempre un cittadino italiano.

Fili d’acciaio originari dell’India: viene riconosciuto l’applicazione di un dazio antidumping del 5% a nuova società esportatrice

Regolamento di esecuzione (UE) 2015/49 della Commissione, del 14 gennaio 2015, recante modifica del regolamento di esecuzione (UE) n. 1106/2013 del Consiglio che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di determinati fili di acciaio inossidabile originari dell’India, nonché del regolamento di esecuzione (UE) n. 861/2013 del Consiglio, che istituisce un dazio compensativo definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di determinati fili di acciaio inossidabile originari dell’India

Il presente regolamento comporta l’attribuzione del codice addizionale TARIC B781 alla società Superon Schweisstechnik India Ltd., che sarà aggiunta all’elenco dell’allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 1106/2013 (dazio antidumping 5%). Per motivi di integrazione tecnica nella TARIC (Tariffa integrata dell’Unione europea) lo stesso codice dovrebbe essere applicato al dazio compensativo in vigore per la società istituito dal regolamento di esecuzione (UE) n. 861/2013 del Consiglio. In pratica per la società in questione il codice addizionale da usare relativamente al dazio compensativo non è B999, bensì B781.

Fili di acciaio originari dell’India: apertura inchiesta su misure antidumping

Avviso di apertura di un’inchiesta relativa all’assorbimento per quanto riguarda le importazioni di determinati fili di acciaio inossidabile originari dell’India.

L’articolo 12 del regolamento del Consiglio 1225/2009, regolamento base in materia di antidumping, stabilisce che  “se l’industria comunitaria o un’altra parte interessata presenta, normalmente entro due anni dall’entrata in vigore delle misure, informazioni sufficienti per dimostrare che, dopo il periodo dell’inchiesta originale e prima o dopo l’istituzione delle misure, i prezzi all’esportazione sono diminuiti o che non vi sono state variazioni o vi sono state variazioni irrilevanti dei prezzi di rivendita o dei successivi prezzi di vendita del prodotto impor­tato nella Comunità, l’inchiesta può essere riaperta, previa consul­tazione, per esaminare se la misura abbia inciso sui prezzi suddetti”. Insomma, qualora via siano ragionevoli motivi per ritenere che le misure antidumping predisposte non abbiano sortito l’effetto sperato, la Commissione può aprire un’inchiesta allo scopo di appurare la fondatezza dei motivi addotti e di stabilire le eventuali misure da intraprendente al fine rimediare alla situazione. L’iniziativa può essere intrapresa da un rappresentante dell’industria comunitaria, da altra parte interessata, da uno stato membro o dalla stessa Commissione. Continua a leggere Fili di acciaio originari dell’India: apertura inchiesta su misure antidumping